A Fabio, 5 aprile 2009.

mercoledì 12 agosto 2009

Schiantato

E' ufficiale e incontestabile. Gianni mi vuole al mezzo IM di Montecarlo (e all'Ironman dell'Elba) schiantato. Per fare cio' (che sarebbe bravissimo da solo) si fa anche aiutare da complici! Della corsa ho gia' detto lunedi', del nuoto anche, oggi e' toccata alla bici. Il suo terreno, il suo pane. La mia croce (senza delizia, ma solo fatica e sudore).

Oggi il programma era pesante, ma alla fine si e' rilevato terrificante (nonostante le numerose soste acqua, caffe' e tigella). "Partiamo da Calderino, andiamo su fino a Tole', poi Montese e torniamo", mi ammalia Gianni. Ed io che non conosco i posti , non avevo idea (solo un vago ricordo di un giro simile fatto con Robby, anche piacevole) del massacro a cui stavo andando incontro, un po' come Custer quando si infilo' a Little Big Horn. Poi in compagnia di Corrado in partenza il ritmo e' stato subito devastante (da Calderino sulla strada per Montepastore sui 27 kmh), tant'e' che ad Oca (15 km) ero gia' al gancio.

A Tole' ero alla frutta. Ed eravamo solo all'inizio... Da Gianni sempre i perfidi proclami (Corrado si asteneva trincerandosi dietro una non conoscenza dei posti): "Andiamo alla Rocca di Roffeno!..." "Per il caffe' andiamo a Montese!...." (via Castel d'Aiano - Passo Brasa) Da qui, un saggio direbbe o di scendere diritti per la Docciola e poi la fondovalle Panaro (scartata a priori, "Vuoi mettere il caldo? Ci saranno 40 gradi!" O per lo meno di evitare, visto che "si doveva passare per Zocca", per non morire di caldo (28 gradi, il termometro in piazza), di rifare il passo Brasa, che lascia pure che siano un centinaio di metri di dislivello, da Montese, ma pur sempre 11 km per tornare a Castel d'Aiano!

C'e' uan scorciatoia che evita sia il Passo Brasa, sia Castel d'Aiano e sbuca 2 km sotto, ma Gianni e' stato irremovibile, e allora Passo Brasa (e Castel d'Aiano) di nuovo. Da li' a Zocca sono 9 km di sofferenza pura, con discesine, falsi piani (molto falsi) e salitine spacca gambe. I due volponi mi hanno dato piu' d'un minuto al chilometro.

A Monteombraro abbiamo seguito (anzi, mi hanno guidato, ero piu' di la' che di qua, io) la "direttissima" per Savigno, poi, chiaramente dopo 100 km, vuoi non fare il Montemaggiore, bello assolato e 35 gradi, con i suoi 600m al 14%? Infine ho rivisto Calderino e la macchina come un naufrago vede i soccorsi dopo giorni in balia delle onde.

Scontata la rinuncia alla camminata di Monteveglio alla sera, anche per il caldo opprimente che non molla neanche nel tardo pomeriggio. Pero' una bella passeggiata con Carla "per gelato".

Se mai vi venisse la voglia di farvi il giro, lo trovate qui.

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