A Fabio, 5 aprile 2009.

lunedì 31 ottobre 2011

Roma Corso per Allenatori FITri di III livello


Roma - giorno 1 - giovedi 27

Il treno e' puntualissimo, e il Frecciarossa mi porta in un amen a Roma. Ho solo il cruccio di avere una valigia piuttosto pesante, sia pure dotata di ruote, ed e' per questo che un po' goffamente esco dalla stazione e trovo sia i biglietti Atac sia la fermata. L'autobus (360 -Le Muse) e' puntuale e in poco (10 minuti) sono alla fermata di arrivo. Come da accordi chiamo la titolare del B&B Le Muse, la quale (un po' svampita) mi dice che aveva capito (l'avevo chiamata ieri...) che sarei arrivato alle 19 (mai detto) e che lei era dall'altra parte di Roma.

Drammatico, anche se non sono di Roma ho vissuto qualche tempo qua e dire di essere "dall'altra paerte di Roma" e' come dire "sono dall'altra parte dell'Oceano". Difatti dalle 17.45 che sono davanti al B&B dovro' aspettare le 19.00, inchiodato qua dal valigione e dalla conformazione del quartiere (Parioli) "vallonato", per dirla sportivamente, che non mi consente di gironzolare agevolmente i dintorni.

In piu', i Parioli (tranne il viale omonimo, non vicinissimo da qui) hanno la piu' bassa densita' commerciale al mondo, con i negozi alimentari a centinaia di metri da qua. Praticamente gli unici esercizi commerciali degli immediati (diciamo mezzo km) dintorni sono un caffe (con qualche genere alimentare) un alimentari con prezzi da gioielleria, un'edicola, un parrucchiere ed un barbiere. Ah, pure un fornaio. Stop.

Sono le 19 e finalmente prendo possesso della camera, che risulta essenziale, ma funzionale. Solo un po' fredda. C'e un cucinino, ed anche il frigo e sara' anche la mia salvezza, specie al mattino quando la mia colazione si differenzia un po' dalla classica colazione brioche-cappuccino o fette-biscottate-marmellata classica.

Poi ci sono Roberto e Mirco che mi devono portare a cenare. Il traffico romano, nel frattempo e' andato completamente in tilt (causa l'apertura di un centro commerciale -e vai con la crisi- e per un incidente sulla tangenziale) e arriviamo un po' in ritardo rispetto ai tempi che speravo (cioe' siamo a tavola alle 21 e 30 anziche' alle 20.00), ma al Gallo Rosso non c'e' problema, in breve siamo seduti e il cameriere (?) ci intima: "Arrosticini?Bruschette?Pizza?" ripetendo la litania in continuo finche' non gli ordiniamo 15 arrosticini (eccellenti), bruschette miste (8, normali) e pizza (3) tipica romana, ovvero carta velina. Replicata, come le bbbire, 2 medie a testa. A mezzanotte (vivaddio) ero a letto. Pronto (o quasi) per la giornata d'apertura del corso.


Roma - giorno 2 - venerdi 28

Ore 8.30 pronti via. La notte e' passata, la colazione sono riuscita a farmela abbastanza agevolmente, e in 20 minuti sono al Centro CONI. Alle 8.30 ci viene spiegato da Roberto Tamburri (voce del triathlon in tv) che le giornate saranno piene e riceveremo nozioni come neanche un recupero anni 5 anni in 1.

E cominciamo. I docenti si susseguono, uno al mattino ed uno al pomeriggio, e oggi sono anche brillanti. Io risento un po' del viaggio/cena e sono un po' abbioccato, ma reggo. Anche perche' mi sono messo in prima fila (da vero secchione) e non posso permettermi che la palpebra mi ceda. I compagni di corso sono tutti piu' o meno a me sconosciuti, tranne Alessandri e Andrea Bossini. Nel pomeriggio arriva il Costa, il quale si rende subito conto che avra' un discreto conflitto di interessi in sede d'esame, vista l'alta percentuale di atleti allenati/tecnici allievi.

A sera sono distrutto ma devo trovare la forza di andare a fare la spesa. Il supermercato (Doc Parioli) piu' vicino e' a 600m, ma e' il solo. Almeno sono costretto a camminare, dato che per un'eventuale corsetta a Villa Ada, che in linea d'aria disterebbe 2 (due) metri, devo andare all'ingresso che e' dalla parte opposta, ovvero circa 3 km. Alla sera pur essendoci delle pentole, diffido dello stato in cui si trovano ed ho deciso di organizzarmi altrimenti, con stracchino, bresaola e tonno. Poi vedremo. Alle 23 dormo di brutto.

Roma - giorno 3 - sabato 29

Ore 9.00 Gianfelici (visto anche ieri) e' brillante e non facciamo fatica ad arrivare sia alla prima pausa (canonica alle 10.30) sia alla pausa pranzo, alle 13. E' nel pomeriggio che Traumatologia ed alimentazione sono piu' che noiose: letali. Comunque a salvare la giornata ci pensano Magnini e la Pellegrini, incontrati al bar, ma solo a lei riesco a strappare una foto. Lui sembra piuttosto infastidito (nella prima foto e' a destra della Pellegrini, di spalle), e ci rinuncio.

Alle 18.30 siamo tutti rivoltati sulle sedie. Comunque riesco a gestire bene i pasti, qui alla mensa mangio pasta in bianco, 2 piatti di verdura, una mela e acqua. Grazie all'ora legale riesco a rimanere sveglio fino alle 23.30 (!)


Roma - giorno 4 - domenica 30

Ore 9.00 subito una piacevole sorpresa, con la professoressa Ferrari che ci tiene ben svegli. Soprattutto con uno di quei test trappola che ci frega tutti tranne uno (non io, io in questi test ci casco sempre come un pirlone). Ma forse sara' anche l'argomento piacevole. A seguire il primo dei docenti "specifici" (Nurra, nuoto) che -tra gli altri- ha seguito Magnini, la Pellegrini, Colbertaldo, i granfondisti ed ora Uccellari, under 23 di triathlon. E qui la mia attenzione e' distratta solo dal Bologna, che prima perde poi vince alla grande.

Claudia, la responsabile della Fitri ci comunica che domani per le esercitazioni pratiche di corsa, sarebbe utile essere in tuta e scarpe da correre. Ora, io ho 4 maglie tecniche per correre, 2 paia di scarpe per correre, ma nessun pantaloncino per correre. Togline uno, togline due facendo la valigai, li ho tolti tutti... Per tutto il pomeriggio mi scervello su dove poter trovare un pantaloncino e in pre serata (nonostante sia domenica) li cerco. La serata non e' granche' diversa. Cena, un po' di tv e poi a nanna.


Roma - giorno 5 - lunedi 31

Di buon passo mi avvio al Coni, e passo davanti all'unico edificio abitato dopo via G. Pezzana, ed e' il Circolo Aniene, dove nel bel mezzo svetta un magnifico store dell'Adidas. Ecco la soluzione! Ed infatti il custode mi informa che lo store aprira' alle 10 e 30 e rimarra' aperto fino a sera. Perfetto, mangero' un piu' in fretta e mi fiondero' qua a comprare un pantaloncino. Quindi mattinata teorica di tecnica e allenamenti di corsa con Miglio, ma allo scoccare delle 13 sono perfettamente organizzato. Pranzo frugale e veloce e poi via ad acquistare il pantaloncino. E poi ritorno alla scuola in perfetto orario.

In realta' non c'era tutta sta necessita', ma la mia figura con un giro di campo di corsa, l'ho fatta. Ho evitato i lazzi delle andature di cui sono assolutamente incapace, per di piu' dietro i due satanassi junior nazionali. Poi niente di diverso, passeggiata larga per il ritorno al B&B e cena.

Dopo qualche giorno a Roma posso dire che qua certamente potrei fare un sacco di soldi aprendo una concessionaria Smart (1 su 3 il rapporto) e devo complimentarmi con il sindaco perche' i marciapiedi sono propriocettivi: non c'e' un metro uguale al'altro!

mercoledì 26 ottobre 2011

Bah...


Proviamo a cambiare look al blog...

Sono in partenza per Roma, dove cerchero' (con pochissime speranze) di conseguire il titolo di "Allenatore", terzo livello (di 5, credo) della scala per diventare professionisti del triathlon training. Comunque 6 giorni a Roma si fanno volentieri. Peccato che saro' in aula dalle 9 alle 18.30, quindi di Roma vedro' poco.

Di certo stasera vedro' Mirco e Roberto, i nostri valenti triathleti romani del Porta Saragozza. La serata e' importante se non altro per la cena, che mi e' stata promessa "spartana". Che non vuol dire frugale, mi e' stato specificato. Domani (se sopravvivo) vi raccontero'.

La settimana trascorsa mi ha visto scemare le attivita' fisiche, ho deciso di seguire (causa anche maltempo e freddo incombente) il consiglio dell'alimentarista pazzo e prendermi un po' di riposo. Anche perche' sono curioso di vedere se (come afferma) il mio calo di peso continuera' anche senza l'attivita' fisica.

Oddio, proprio fermo no, venerdi seduta di lento con allunghi, e domenica un bel 12 chilometri in quel di Sala Bolognese, la famosa Trotterellata con ristoro finale a base di (eccezionali) crescentine fumanti.

Poi sabato nuoto, e gia' abbiamo ripreso la distanza dei 3000m senza fatica. Il passo arrivera'. Intanto con me ho portato l'occorrente per una corsetta (anche due) e credo che comunque qualcosa riusciro' a fare, perche' l'immobilita' dell'aula mi causera' certamente una sfrenata voglia di correre, aumentata dal adiacente parco di Villa Ada al B&B.

Intanto qualche ricordo di Rimini...



mercoledì 19 ottobre 2011

E 4!


Per tutto il fine settimana non sono riuscito a pensare ad altro. Dovevo assolutamente "timbrare" la quarta salita. E comunque giovedi mattina, all'antistadio seduta congiunta con "l'allievo". O meglio io ne ho approfittato per fare la mia seduta di lento + allunghi (25' lento + 4 x 200m, il tutto per 2 volte) per poi vedere all'opera Leo, aspirante triathleta. Leo ha un'ottima base di bici, discreta di nuoto e bassa di corsa. Dalla sua ha 18 anni (beata gioventu') che in meno di dieci giorni gli ha gia' consentito di migliorare il passo di corsa di circa 10". La strada e' lunga ma a lui piace soffrire e si impegna.

Venerdi di nuovo a Riccione, l'arredamento della casa oramai e' stato definito, ma Massimo dell'ATAL, aveva ancora qualche cosa da definire. Cosi' siamo rimasti anche sabato, per svolgere il nostro allenamento domenicale, perche' domenica avremmo partecipato ad un "pranzo letterario" (letteralmente, presentazione di un libro con e a pranzo), non contando che oramai l'autunno e' arrivato e se la temperatura puo' essere piu' mite, in riviera, il vento e' inversamente proporzionale, ovvero raffiche da nord-est contro cui era difficile mantenere un passo decente, andando verso Rimini sul lungomare. 25' lento + 10' di medio ripetuto 2 volte. Una buona seduta, dove ho ritrovato sensazioni e un passo che si avvicina al mio standard consono.

Domenica pranzo letterario come detto, e un ottimo pasto libero, goduto dal salatino dell'antipasto alla torta di cioccolata finale, passando per eccellenti lasagne, ottime trofie, arrosto alla prugna e patate al forno, quasi tutto bissato. Ben consapevole che il giorno dopo, lunedi ne avrei consumato gran parte pedalando per 28 km inseguendo un timbro.

Delirante come al solito (e pieno di autovelox) il tragitto fra Bologna e Caupo, percorso nelle solite 3 ore, dato che da Padova si deve -per forza- seguire tutta la SS 47 fino al bivio per Belluno poco dopo Bastia. Alle 11 e 27 sono in sella davanti all'Osteria Al Menta, che fa da punto di partenza per la nona salita del brevetto, detta Cadorna. Come avevo gia' notato mercoledi scorso, i primi 8,4 km sono duri. Il fatto che sia fresco (non provato da un'altra salita, cioe') non cambia la sostanza, e la velocita' media e' "abbondantemente" sotto i 10km/h.

Superato il paletto del km 46, punto di resa di mercoledi ho proceduto senza riflettere, ma alla fine ho dovuto fermarmi perche' stavo congelando: 5,5 gradi, all'ombra su lato nord sembrava di stare in Siberia, e nonostante fossi accaldato ma leggero (maglia intima e top da gara con salopette corta, e manicotti) il sudore che inevitabilmente producevo si congelava. La ceratina che mi ero portato (e che pensavo di usare solo in discesa) mi ha dato sollievo immediato, cosi' come i guanti, ed ho potuto procedere per questa salita traditrice, perche' ad ogni leggera spianata si accompagnano strappi (piu' o meno lunghi) a doppia cifra.

La salita procede praticamente tutta all'ombra, un po' della montagna un po' di boschi, e se fa freddo e' veramente freddo. In piu' puo' esserci (per fortuna a me e' capitato solo verso la cima) ghiacciatino per terra. Quando arrivo al Forcelletto (km 20, dove si incrocia con la salita di Seren) sono molto contento, dimenticando che ci sono altri 8 km da percorrere ed almeno un'altra quarantina di minuti da pedalare, 2 dei quali in discesa e quelli in salita sono tutti sopra il 7%. Ma un po' per il fatto di esserci gia' passato, un po' perche' si intravede il Sacrario la meta' sembra vicina.

Al rifugio la sorpresa di trovare il nuovo timbro, ma sempre la calorosa accoglienza delle altre volte. Una breve pausa, giusto per riscaldarmi e asciugarmi, poi giu' a rotta di collo per la discesa, interrotta da quei tratti in salita che fanno friggere l'acido lattico come sempre. Insomma 4 ascese al Montegrappa in 15 giorni, ed il rammarico che se l'avessi saputo per tempo non mi sarei lasciato scappare il tentativo delle altre.

Stamattina, mercoledi, il controllo dall'alimentarista, che ha constatato con soddisfazione un calo generale dei valori, e con l'esame del metabolismo basale potra' tarare meglio la mia dieta, che e' risultata un po' carente a colazione e pranzo dove mi ha aumentato le quantita' di cereali e latte a colazione e pasta a pranzo. Ma soprattutto mai in questo periodo ero riuscito a mantenere un peso cosi' basso (81,4 kg).

giovedì 13 ottobre 2011

Senza respiro...segue.



Contrariamente a quanto previsto dai vari Bernacca dopo un giorno di tempo simil brutto (un po' di pioggia, che ho beccato tutta in moto) e un leggero calo di temperatura, sabato e' ricominciata l'estate. Venerdi, in fretta e furia ho radunato dei nuovi aspiranti triathleti, uno giovane dentro, l'altro giovane dentro e fuori e richiamato il salitomane Roberto che ci ha confezionato un giro sui colli da paura: 860m di dislivello in neanche 37 km, passando 2 volte da via Casaglia e via del Paleotto (e poi che io ho bypassato Monte Donato), per concludere il giro passando da San Luca (l'altra, non la dura). Alla fine, io distrutto, Roberto provato, i due nuovi freschi come rose appena recise.

Il giorno dopo io e Carla siamo rientrati nel vortice delle podistiche ludico-motorie, in quel di Longara, che se non ricordo male non avevamo mai fatto. 7 chilometri giusto per muovere la gamba. Lunedi avrei voluto risalire in Veneto, ma per una serie di impegni non sono riuscito, e dunque (dopo la seduta di corsa martedi, ripetute in salita), ieri ho rimesso la bici sul Pajero e puntato il muso verso il nord. Sempre il Grappa, ma stavolta l'obbiettivo -ambizioso- erano le due scalate da nord, Seren del Grappa e Caupo. Distanti neanche 2 chilometri, da qui partono 2 salite diversissime. Ma -come da copione- tostissime.

Per via del delirante traffico della statale che collega Padova a Bassano (e arriva a Trento ad ovest e Belluno ad est), sono arrivato a Seren alle 11.00, nonostante sia partito da Bologna alle 7.30. Trovato il posto di timbro (per l'occasione spostato all'edicola, dalla gentilissima sig.ra Daniela, titolare del bar Vitocco, punto usuale di timbratura), ho approcciato la salita di Seren del Grappa con un certo timore: ecco infatti come viene descritta (e che mi ero imparato a memoria) dal sito del Montegrappa Challenge (quello delle 5 scalate in un giorno):

L’incubo!
Chi la conosce ed ha deciso di affrontarla lo sa benissimo. Ci sta pensando da tutta la giornata, forse da qualche giorno. Questa salita, come diceva un direttore sportivo “dividerà gli uomini dalle donne” (con tutto il rispetto per il gentil sesso). Il senso della frase è dato da 4 km infernali, dove si deve salire con la massima concentrazione controllando, per quanto possibile, la propria andatura.

I pochissimi momenti di “respiro” sono sempre sopra il 10%. Il pensiero di non farcela potrebbe appropriarsi della mente di molti cicloamatori. Mettere il piede a terra, che rappresenta per il ciclista il segno della resa, può anche essere una scelta saggia. In questo tratto le gambe accumuleranno acido lattico col quale dovremo convivere per i km successivi.

A peggiorare la situazione potrebbe contribuire anche il tempo: infatti si è protetti solo salendo nel pomeriggio, perchè si costeggia una parete che ci protegge da Ovest. Fortunatamente, il tratto duro ha un prima ed un dopo. Prima la strada è abbastanza agevole. Anzi, lasciata la Piazza di Seren del Grappa si comincia la salita...in discesa! Qualche centinaio di metri e poi, per 5 km, pendenze molto agevoli, la quiete prima della tempesta. Dopodichè, nei pressi della località da Nardo, nei pressi di una casa rossa visible sulla sinistra, c’è un antipasto di 1,5 km che conduce a Pian della Chiesa: niente di impossibile ma si già chiamati ad un certo impegno. A Pian della Chiesa, in piazza, c’è una fontana.

E’ l’ultima possibilità che abbiamo per riempire le borracce: la prossima sarà al Rifugio Bassano. Tenendo la sinistra si prosegue per un paio di km in maniera del tutto tranquilla, poi iniziano le danze. Dei 4 km di muro, i 2 centrali sono i più duri. In particolare la punta superiore al 20% medio la troviamo nei pressi di un capitello, che comparirà di colpo dopo una curva a destra: ancora 200 m di sofferenza e si arriva ad un tornante che, pur non dicendoci che è finita, ci avvisa che il peggio è passato.

(sopra) solo l'inizio del pezzo duro...

(sopra) questa la vista dal capitello di cui si vede l'ombra


questo sarebbe il tornante che ci dice che il peggio sarebbe passato (?!)

Successivamente ci sono ancora tratti duri (13-17%), ma alternati a brevi momenti di recupero. Superato il bivio per malga Valpore manca poco, qualche centinaio di metri, una curva secca a sinistra e finalmente si ritorna alla normalità. La strada è clemente per un po’, poi riprende a salire, talvolta anche con asprezza, ma al massimo si sta sul 10%; il che, dopo quel che si è fatto, viene percepito come molto più semplice.


Passando per Val delle Bocchette si giunge, dopo una coppia di tornanti, al Forcelletto. Mancano ancora 10 km per arrivare a Cima Grappa, ma sono sempre piuttosto regolari. Il tratto più duro è il km successivo al bivio per il Rifugio Bassano, quando lasciamo la SP148 per immetterci nella SP148 dir. Ma a 2,4 km dalla vetta si sente il profumo del traguardo.
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Tutto vero. Solo che pur avendo messo il piede a terra con oltre 170 pulsazioni, ben prima del capitello, da dove la vista e' angosciante e spettacolare insieme, per tutto il pezzo fatto a piedi le pulsazioni sono rimaste sempre sopra i 150 e che anche quando "spiana" l'acido lattico mi aveva gia' cucinato le gambe. Ovviamente l'aver messo piede a terra mi ha imbufalito, ma ancor piu' un fondo stradale pessimo, sempre al limite dello scivolamento, e con grate scola neve larghe piu' del tubolare, e quindi un problema in piu'.

Salita da evitare assolutamente anche con un minimo di umidita'. Comunque sono al Rifugio Bassano per la terza volta, e i gestori mi riconoscono e mi salutano calorosamente (anche perche' -mi sa- che oltre agli alpini del Sacrario e qualche pastore dei dintorni, di turisti in questo periodo ce ne siano pochini pochini... Gustatomi il panorama fantastico, l'eccellente caffe' (liscio..) e acquistata una bottiglietta d'acqua ho girato il muso per la discesa verso Caupo, l'interminabile.


Che inizia con una salita, subito dopo il bivio. Poi scende un paio di chilometri ma poi risale, e come da tradizione da queste parti, al 7/8%. 3/400 metri, non di piu', ma quanto basta per far friggere l'acido lattico accumulato prima. Arrivo all'osteria "Al Menta", che sono le 14. Il timbro me lo sono fatto fare, come tempi (ci vorranno 3 orette, piu' i 40 minuti di discesa) ci starei anche dentro (per il tramonto), ma le gambe urlano. Decido comunque di provarci. Per 8,4 chilometri (e un'ora) combatto con una pendenza media dell'8%, con punte del 11/12%. Poi le gambe cedono, li' al km 46 proprio dove spiana.

Ma e' una spianata di breve durata, perche' la quota e' ancora bassa (900m) e i chilometri sono ancora 20, con altri 870m di dislivello, ma certamente di piu' per via dei 3 falsopiani a scendere che si incontrano. A malincuore ma devo scendere, sono anche a corto di acqua e cibo, e lungo il percorso non c'e' una fontanella. Comunque ho gia' programmato la scalata da Caupo per la prossima settimana che danno bel tempo, certamente fresco: bastera' coprirsi meglio e (finalmente) un paio di guanti.

E poi bisognera' che pensi anche a tornare a nuotare.... Gare a parte e' dal 24 luglio che non metto piede in piscina!!

mercoledì 5 ottobre 2011

Senza respiro


L'estate sta finendo, e bisogna non perdere l'attimo. Quindi ho preferito gareggiare e pedalare e poi scrivere. Sabato scorso sono stato a Rimini, mi sono iscritto ai Campionati Italiani di Triathlon Sprint e ho voluto passare un'oretta e mezza (scarsa) in fuorisoglia. Piatto fin dalla frazione in mare (un olio, marrone e schiumoso), piatta la bici (3 giri da 7 km sul lungomare, zero vento), piattissima la corsa, anche questa sviluppatasi in 3 giri attorno al porto.

Sono stato molto contento della mia prova, o meglio di 2/3, perche' nel nuoto (senza muta) mi sono perso la prima boa (e quindi ho fatto tanta strada in piu'), quando l'ho ritrovata ci sono rimasto agganciato per un po' (e quasi ci annego, visto che quelli che erano dietro mi sono passati sopra), la seconda era vicina ma per vedere l'arco di uscita ho dovuto aspettare gli ultimi metri, visto che il sole oramai basso impediva di vedere bene.

Uscito dall'acqua, sotto lo sguardo vigile del coach (e mi sono impegnato anche per questo...) corsa tutta la spiaggia, inforcata la bici, mai e poi mai mi sarei aspettato di ritrovarmi in un gruppetto fotocopia di Numana, dove altri tiravano e se davi il cambio quasi si offendevano. Benissimo, fate pure, io sto qui al coperto ai 37 di media a fare poca fatica...

Una volta sceso i 5 chilometri dio corsa li ho cominciati alla grande (intorno a 5/km, un passo d'altri tempi per me), solo che gli altri mi passavano come se camminassi. O quasi. Comunque sono arrivato in fondo bene. Mi sono divertito un bel po' a fare gare cosi', corte e senza troppo impegno. Dopo (il giorno dopo) ho realizzato che il lunedi avevo un impegno importante, e che forse se non mi fossi impegnato cosi' tanto magari era meglio... Comunque la domenica ho sostanzialmente riposato. Le gambe erano pero' provate, ma la sera ho preparato lo stesso la bici e la roba per l'impresa.

Da tempo Roberto mi parlava del Monte Grappa, di questo Challenge (ovvero 5 scalate diverse in un solo giorno), che sarebbe stato bello provarne un paio. L'occasione e' stata lunedi 3 ottobre, giornata che lui ha preso di ferie ed io l'ho accompagnato piu' che volentieri a provare di fare un paio di scalate. Ma fra il delirio di uscire dal centro di Bologna, il delirio che e' la SP 47 da Padova a Bassano (via Cittadella) pur partiti alle 8 siamo pronti in bici alle 11. Un po' anche per capire da dove cominciare e non intenderci con l'autoctono del momento che eccoci sulla salita piu' facile (nel contesto di salite toste) ma eterna: la "Cadorna", 27 km al 6% medio (massima 10%). Vabbe', una vale l'altra, in fondo, no?

La salita e' abbastanza regolare, pur partendo con 3 km al 10% e si capisce perche' nel Challenge e' l'ultima. Non strappa quasi mai, ed in un paio di punti da respiro con un po' di falsopiano. Pero' non finisce mai. Con un po' di rammarico vediamo sul costone a destra la salita di Semonzo (detta "Giardino") che con i suoi infiniti tornanti forse era la piu' stimolante. Non che qua non ce ne siamo...


Io mi gestisco bene (dopo il lungo apprendistato di salite lunghe fatte quest'estate) e gli ultimi 9/10 km non li sento neanche (e sono al 7,5%). Roberto va in crisi perche' gli manca il fondo, ma tiene duro e arriviamo praticamente insieme al rifugio Bassano, 1750m. Qui in cima (ma nel corso dei 27 km sono tanti i punti storici dove bisognerebbe fermarsi) c'e' un sacrario degli Alpini ed una caserma, a memoria di quanto questa montagna fu importante nella prima guerra mondiale.

Il tempo di fare le solite foto a memoria futura, di fare il punto sulle altre salite e decidiamo di scendere proprio per Semonzo, tanto per vedere com'e'.


La discesa e' folle, 28 tornanti in 20 km, la maggior parte al 10%. Una salita da affrontare con cautela. Ancor piu' che la discesa. Ma avevo gia' deciso che oggi, mercoledi, io sarei tornato. Ieri pero' la scoperta del "Brevetto" ha rimescolato un bel po' le carte. Innanzitutto il taccuino raccoglie tutte le informazioni su TUTTE le salite, che sono 9. Poi c'e' un anno per completarlo (scaduto al 30 settembre, quindi siamo gia avanti con il "lavoro").

Quindi stamattina quando sono arrivato la prima cosa che ho fatto e' procurarmi i taccuini. Poi durante la salita che da Semonzo porta su il chiodo fisso erano i "timbri". Cosi', sia pure da solo la salita e' stata piacevole. Trovato il punto di partenza per il timbro... era chiuso (l'ex trattoria Bosco, ora Tilly's)! Vabbe', tanto ritorno qui...

Pero' questa, nonostante i tornanti addolciscano (ed ubriachino), e' molto piu' dura di quella di lunedi, con i suoi 20 km (7 in meno della Cadorna) il suo bel 8% medio con punte (e non saltuarie, specie alla fine) al 14%. Alla fine i tornati sono 28, e ad un inizio piuttosto regolare al 7/8 % regala gli ultimi 5/6 km a doppia cifra. L'ultimo chilometro e' uguale alla prima salita, poiche' la strada da Semonzo si immette (con un muro) nella strada che arriva da Romano d'Ezzelino.

In cima i gentilissimi gestori del Rifugio mi hanno fatto tutti i timbri (ricordandosi di me e Roberto) e una volta ridisceso ho recuperato gli altri.

Peccato averlo saputo tardi, oramai danno una brusca raffreddata meteo gia' da domani (o venerdi) e quindi lassu' neve, ma l'estate 2012 arrivera' presto presto! E noi saremo pronti!