A Fabio, 5 aprile 2009.

martedì 21 agosto 2012

Ironman Brasil, 2005 (aka I remember)


Florianopolis (Isola di Santa Caterina, Brasile) 2005

Un mito, quando lo diventa, rimane tale. Ma, ogni tanto, ricordarlo a se stessi, (prima che ad altri) e' la cosa migliore. Cosi' nasce l'idea di continuare a praticare queste gare al confine della pazzia sportiva e mentale. E -come nel mio stile- lo devo fare esagerando, e cosi' quest'anno mi sono gia' iscritto a due Ironman, ma ho intenzione di farne tre.

Ed e' per questo che oggi, 23 maggio, siamo al Jurere Beach hotel, Florianopolis, Brasile. Ho deciso di affrontare questo Ironman per due motivi: uno perche' "sembrava" un percorso piatto e tranquillo (soprattutto in bici), e poi perche' con Carla avremmo avuto l'occasione di conoscere meglio il Brasile, trascorrendovi alcuni giorni dopo l'IM.

Ci siamo affidati all'Endurance Sport Travel di Ken Glah,


che ha organizzato veramente bene le cose: meccanico gratuito, navette da/per zona start, "hospitality house" per atleti ed accompagnatori aperta per tutta la gara, e una fantastica cena in una Churrascheria al lunedi. Cosi' sbarcati dopo un Bologna-Barcellona-Madrid-Rio de Janeiro-San Paolo-Curitiba-Florianopolis un po' frastornati veniamo raccolti dalla navetta EST e portati in hotel. Dopo un piccolo pranzo (abbiamo solo la colazione e la cena) Con il meccanico montiamo la bici in fretta, nonostante gli innumerevoli cambi di aereo e' tutto ok.

E' nuvoloso ed anche un po' freddo, e dopo aver portato la bici in camera cado addormentato (Carla lo e' gia'). Alle 21 a fatica andiamo a cena, ma vediamo che ci sono altri IM, tutti con la maglia di IM finisher, dalla piu' prestigiosa delle Hawaii fino alla piu' strana, come quella del Giappone. Io, naturalmente indosso quella svizzera...

Oggi, 24 maggio, ci rechiamo alla zona start/expo, distante dall'hotel 3/4 km, ma si fanno bene, sia sulla spiaggia (l'hotel e' sulla spiaggia) sia per la strada, dove vediamo gia' altri IM che si allenano. Sono riconoscibili dalla bici ultra tecnologica, con postura da crono e anche dalla ruota lenticolare posteriore, che in un percorso piatto aiuta molto.

Decido di farmi un po' del percorso, ma mi pento quasi subito: il fondo stradale e' pessimo, e gran parte e' sulla "Rodovia", ovvero l'autostrada che attraversa l'isola, con auto e camion che sfrecciano sfiorandomi ripetutamente. Ho pero' modo di provare una delle salite, non impegnative, ma "fastidiose". Sono tre in tutto (e tre nel senso contrario), da fare 2 volte.

25 maggio, dopo una dormita d'altri tempi (11 ore!) facciamo un abbondante colazione e alle 10 parto per il course tour, ovvero l'ispezione guidata del percorso gara a pagamento con l'ETS, ma Ken non ha le idee chiare, perche' il percorso e' cambiato dall'anno scorso, e si sbaglia spesso. Comunque il concetto e' chiaro: se rimane questo vento saranno dolori. Ritornato in hotel sfodero la muta e testo il mare, l'onda c'e' ma non da fastidio. Concludo la giornata con un po' di corsa, piu' che altro per passare il tempo.

26 maggio, finalmente un po' di mossa. Stamattina distribuiscono il kit gara (ed il mitico braccialetto!), 


 e mentre andavamo alla zona start abbiamo visto le boe per la prova di nuoto (percorso unico a forma di "M" con ciascun braccio da ca. 950m): sono lontane, ma non al di la' dell'orizzonte.... Tantissimi atleti in bici, in acqua e che corrono. Abbiamo comprato diverse cose all'expo, un'altra bella cosa degli Ironman. E' una fiera, dove -in teoria- si puo' comprare tutto per la gara, o aggiungere accessori. Il clima e' di festa, e tutti si salutano, perfino il vincitore dell'anno scorso (Olaf Sabatschus) 


fa una foto con un comune IM. Cosi' come il direttore della gara, Carlos Galvao.


Poi nel pomeriggio partecipo ai briefing, 


viene assicurato un vasto spiegamento di volontari, giudici severi veglieranno sui tentativi di "scia" (vietata negli IM) nel percorso a bici e sui rifornimenti. Ho rivisto Sebastian Pedraza, la punta di diamante dell'Italia.

27 maggio, dopo un giro in citta' (meglio descritto e documentato nel diario di viaggio) nel pomeriggio preparo fra mille dubbi le sacche, una per la bici, blu, una gialla per la corsa, una nera per la muta, una bianca per il dopo gara, la rossa per gli "special needs" della corsa e la verde per gli "special needs" della bici. Il pasta party e' un delirio, invece: un festival di pasta e frutta a cui atleti e accompagnatori diamo l'assalto, fra ballerine di samba, spettacolo di capoeira e presentazioni varie ben presto diventa una festa. Conosco un italiano (Rolando Alberti) che si e' portato la claque, 6 amici che dovranno sostenerlo.




28 maggio, meno 1. Sono tranquillo (troppo?) e con molta calma preparo la versione definitiva delle sacche. La sera sembra che raffreddi molto, e aggiungo molte cose che potrebbero servirmi a non congelare nella special needs della corsa. Nel pomeriggio entro nella Transition Zone e ripasso mentalmente tutto. Non ho dimenticato nulla. Spero.



29 maggio. "The" Day. Cominciamo male. Dopo la sveglia (ore 3 e 30) per colazione niente pasta, pane e gallette ma niente pasta. Poi ho problemi ad andare di corpo, il che mi innervosisce molto. Comunque alle 5 dopo la marchiatura -pettorale 188, sono in zona cambio. 


E qui cominciano i guai. Svariati attacchi di diarrea mi debilitano un po', ma soprattutto mi innervosiscono. Ma come sono iniziati finiscono. Alle 7 e 10, sorto il sole, finalmente, si parte, dopo l'esecuzione dell'inno brasiliano.



Nella frazione di nuoto mi sembra di andare forte, poi nell'ultimo "braccio" da 950m l'onda si alza e mi devo fermare un po' per il mal di mare. Il vento e' forte e mi butta l'acqua in bocca. Alla fine esco ma che fatica.... 


Pero' mi riprendo bene ed inforco la bici dopo 1:23:30, dopo un cambio veloce (sacchetto nero per la muta e accessori, sacchetto blu per la bici....)

I primi chilometri del percorso mi illudono: vado forte, ed i 29 di media sono eccellenti. Ma il vento ora soffia alle spalle, e me ne accorgo dopo una 40ina di chilometri: inversione a "U" sul lungomare di Florianopolis e qui andiamo male... Non supero 17-18 km/h. Il vento e' fortissimo, a raffiche. Faccio fatica, ma non dispero. I primi 90 km li percorro in 3 ore e mezza, nonostante tutto. Durante il secondo giro di bici cominciano i guai. Le scarpe mi bruciano i piedi, e mi devo fermare 4 volte a camminare sull'erba fresca. Insomma concludo (T2 incluso) in 7:37:47, ancora un ottimo tempo, per me.



Ma il peggio deve ancora venire. In T2 nulla faceva pensare a quanto sarebbe stata dura, ed anzi sono uscito velocemente, e comincio a correre i 42 km della maratona. 




Mi ero ripromesso di corricchiare sempre, ma dura poco. La sensazione di compressione ai polmoni, come un pneumotorace, mi chiude il respiro, che e' cortissimo. Nonostante mi sforzi a respirare il passo rallenta, e sono costretto a camminare. Poi a turno fanno male le gambe (durissime: ah, la bici!) la milza, il fegato... Nell'ultimo giro da 10 km se non fosse stato per Carla non so se sarei riuscito a finire. Morale 6:01:42, con un passo medio, comunque, di 8:41 al km. Ma arrivo!







15:03:03. Migliorato, rispetto a Zurigo, di 22 minuti totali, ed in tutte le frazioni tranne la maratona. Anche in classifica generale (921imo) e di categoria (137imo), almeno 70 atleti alle spalle e 6 o 7 della mia categoria. E la consapevolezza che con (molto) meno vento avrei potuto fare (molto) meglio.

Alla fine la meritatissima medaglia e la maglia, un trofeo preziosissimo, per chi, come me e altri mille atleti, aspira a finire un Ironman.

Il mito e' salvo, ma che fatica! Arrivederci a Sherborne (UK), il 21 agosto 2005.

Ah, Sebastian Pedraza arrivera' 20imo, Rolando Alberti si ritirera' e gli altri italiani otterrano un tempo fra le 10 e le 11 ore.

Gli immancabili ringraziamenti, come sempre in ordine sparso.

Carla, mia moglie
I miei genitori
Andrea ed il personale di Sport Specialist
Andrea, V-Trainer e Massaggiatore Shiatzu
Luca Villa, personal trainer paziente di nuoto
Il Gira, Federico Girasole
Sergio Amaducci, "boss" della G.S. Pasta Granarolo
I ragazzi della Granarolo: Pesco, Pierluca, Samma, Gambero, Albi, Patrick, Fornasari, Branca-Bracco, Roberto, Federico, Ettore, Jack, Mazzotti, Luciano, Giampaolo, Alessandro, Simona, Terbonetti, e tutti quelli di cui non conosco il nome.
Marco Comellini, il medico
La Farmacia degli Alemanni
Anna ed il Melograno Centro Yoga
La piscina Spiraglio, Max, Valentina, Paolo, e Pina.
Maurizio, Ulisse e Laura della piscina Stadio
Mauro e Marco baristi ineffabili del bar Atelier Giuditta
Marco edicolante efficientissimo di Porta Mazzini
Gli Edicolanti di P.zza Trento
Il centro fitness Virgin Active di Casalecchio
Michela, Max e Maurino, spinnig trainer
Le ragazze della fotocopisteria di Via Broccaindosso
Simone, che e' una vita che dobbiamo uscire in bici assieme
Phil di R&A Cycles di New York
Ken Glah della Endurance Sport Travel
Sebastian Pedraza e la sua splendida consorte
e infine ancora ROBERTO, colui che mi ha spinto al Triathlon per vedere se un quarantenne ce l'avrebbe fatta. E si', anche lui si e' cimentato in questo sport con ottimi risultati.


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