A Fabio, 5 aprile 2009.

domenica 19 agosto 2012

Nerone!

Domenica, dato che saremmo andati a Riccione solo in serata per trascorrervi una settimana, ho approfittato della Camminata sui colli bolognesi per farmi una decina di chilometri di corsa, tra l'altro riuscendo a correrli tutti. Per l'occasione ho rivisto diversi amici del vecchio team (il Pasta Granarolo), cui ho anche chiesto ospitalita' per lo zainetto. Anche alcuni dei nostri, ovviamente di quelli che corrono forte. Poi, come detto, in serata siamo andati a Riccione, e lunedi mi sono preso una meritata giornata di riposo (attivo) nuotando in mare. 

Anche perche' avevo in programma -martedi- di fare il brevetto del Monte Nerone. Questa montagna (1510m la cima), come gia' detto in altro post ha tre strade di accesso, da Piobbico, da Apecchio e da Pianello, tutte non particolarmente lunghe (13,5-20 km massimo), non particolarmente ripide (5/8,5%), ma che presentano difficolta' ambientali notevoli: due versanti sono completamente esposti al sole ed aridi (Pianello e Apecchio). La strada da Piobbico e' al limite del praticabile con la bici da corsa, e su tutte e tre il passaggio di animali da pascolo e' frequente, e se non e' proprio l'animale a rappresentare il pericolo lo sono le relative deiezioni, particolarmente abbondanti. Infine, mosche, tafani e pappataci in quantita' eccezionali a tormentare i lembi di pelle esposta.

Il mio personale percorso prevedeva Piobbico come prima scalata (la piu' tosta, sebbene la meno calda), la discesa su Pianello e la susseguente risalita da questo versante, per lasciare da ultimo la scalata da Apecchio, teoricamente la piu' facile. Cosi' ho lasciato l'auto nei pressi di Pupita Sport, di Piobbico, uno dei punti di timbro, e dopo essermi preparato, sono partito su per la strada che attraversa Acquanera.








In meno di 2 ore sono su al Rifugio Corsini, dove mi prendo un caffe' e il timbro (scansando anche le mucche che tornavano alla stalla). Poi scendo verso Pianello, via Cerreto. Anche questa sara' dura, qui ci sono 21 tornanti da fare e sono tutti al sole. Sono quasi a Pianello quando sciufffffffffff! il rumore -inconfondibile- del tubolare forato mi rabbrividisce (nonostante i 34 gradi...) E' mezzogiorno, se non mi impappino riesco anche a cambiare il tubolare e trovare un meccanico per -alla peggio- trovarne un altro per affrontare in sicurezza le altre scalate. 

Relativamente in fretta cambio il tubolare (l'anteriore, quello messo pure meglio...), ma quando arrivo a Pianello il meccanico ha gia' chiuso e la riapertura pomeridiana e' discrezionale (boh! alle 3, alle 4 non si sa....) Triste per questa notizia mi faccio comunque mettere il timbro e mi avvio verso l'auto, che pero' e' all'opposto di Pianello. Mi sobbarco cosi' una 20ina di chilometri dovendo pure risalire a Serravalle (750m, ed ero a 400), con il terrore di forare ancora (cosa frequente con i tubolari, specie se vecchiotti) e affaticato dalla calura. Comunque riesco a recuperare l'auto e con la coda fra le gambe rientro a Riccione.


 

 
 
La sera mi consolo con una Brooklyn Lager e un filetto angus eccellente all'August, il birrodromo dietro al porto canale. Mercoledi mi contatta il mio compagno di squadra Domenico che ha una mezza giornata libera a Rimini e dato che di corsa non lo vedo neanche (per quanto lui corre forte), estrae la bici dal cilindro e decidiamo di fare un giro nella parte nord delle colline di Rimini, dove di solito non vado: Covignano, le coste di sgrigna, Verucchio e su fino a San Marino come meta finale. Ma complice prima una foratura sua, poi la rottura di un mio raggio della ruota di scorta riusciamo a malapena a fare una ventina di chilometri, e mestamente ritorno a casa con la bici fuori uso. 

E solo grazie al titolare di TecnoBike di Riccione che mi rimette in sesto la ruota riparata e mi cambia il tubolare usurato dell'altra ruota che l'indomani (giovedi) io posso riprendere la bici per completare il giro che dovevamo fare (Domenico pero' e' gia' tornato a Bologna), piu' che altro per tenere la gamba in tiro, visto che ho deciso che domani, venerdi, sarei tornato lassu', al Nerone, per completare l'opera. 

Cambiando idea in corsa, una volta arrivato in zona "Nerone", sono arrivato a Pianello e sono partito da li' per scalare prima questo versante, poi Apecchio, ed infine Piobbico, perche' avendolo gia' scalato due volte, alla peggio il brevetto lo conseguivo, per il diploma (che viene spedito a chi le fa tutte in un giorno solo) ci sarebbe stata un'altra occasione, casomai fossi stato troppo stanco.








Questo e' l'ultimo (di 21, come dicevo) tornante dopo il quale la strada spiana (dove c'e' il monumento al Giro) e poi in leggera discesa si arriva al Ristorante La Cupa. Li' trovo un altro aspirante brevettatore, e dato che sono le 11.45 lui e' gia' alla seconda scalata. Io alla prima, perche' non solo sono partito tardi, ma sono anche molto lento in bici.


Il mio percorso ora prevede la discesa ad Apecchio e relativa scalata da questo versante. Che fatta fra le 13 e le 15 si dimostra infame. Sono costretto piu' volte a fermarmi per massaggiare i piedi infuocati, detergermi dai litri di sudore che scendono copiosi, e allontanare le migliaia di insetti che mi stanno prosciugando il sangue. Arrivo in cima stravolto, e decido che il mio brevetto va bene cosi', in fondo ho fatto tutti e tre i versanti, e se non in un giorno solo, in due.





Quindi il libretto e' completo, ma non avro' il diploma, per adesso.

La settimana riccionese finisce in serata, ma qui a Bologna devo andare a letto presto: domattina altra sveglia antelucana (alle sei) per raggiungere Fanano (Modena), dove ho avuto la pessima idea di sfidare Gianni alla 32a edizione della Fanano - Capanno Tassoni, classica corsa estiva di 13 km in salita (tranne i primi due) per arrivare ai 1300 del Capanno. Tralascio i particolari della mia tapasciata (1.41.38) e uno degli ultimi posti all'arrivo, stracciato da Gianni (oltre 20 minuti il gap) e consolato -in parte- da 2 tigelle al ristoro finale. Bello ricco il pacco gara, non proprio la corsa che mi immaginavo di fare, ma consapevole che dopo 4 giorni di intensa bici la gamba non fosse al meglio. Il prossimo anno magari riposo, i 4 giorni prima...


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