A Fabio, 5 aprile 2009.

domenica 23 giugno 2013

E alla fine Bardolino

Un certo brivido.

Bardolino e' il triathlon piu' antico (dopo che ad Ostia non lo fanno piu') ma e' certamente quello la cui partecipazione e' piu' preziosa, visto che si gareggia con oltre 1200 iscritti. Ci sono anche perche' e' la trentesima edizione, e gli anniversari, per me, hanno un fascino particolare. Ricca anche l'expo, e molte le tende delle squadre: l'anno prossimo ci portiamo anche la tenda Porta Saragozza!

Per la mia sesta volta sono tranquillo, ma -come al solito- mi faccio contagiare dalle apprensioni degli esordienti e mi agito per loro. Sono solo un po' preoccupato per la tenuta fisica dopo i 125 km in bici (piu' un'ora di corsa) di mercoledi, ma l'obbiettivo e' sempre quello: arrivare al traguardo con il sorriso.

I primi brividi sono per la muta, vietata: l'acqua e' 26 gradi ed essendo lago, ovvero quasi peggio che la piscina, solo gli ottimi nuotatori non pagheranno dazio. Come nuovo membro della categoria M3 sono un "eletto": per me (come per tutti gli over 50) e' facoltativa, ovvero "si mette".



Per l'occasione ho una nuova muta concettualmente avanzata e usata dai fratelli Brownlee, l'Archimedes 3:5 Huub. Insomma chissa' che non mi aiuti ulteriormente. Il problema vero e' che sono in ultima batteria, quindi o mi sgaggio o rimango molto indietro, soprattutto in bici quando potrei (forse…) sfruttare le scie.

Lo start sotto il canicolare sole di fine giugno avviene per batterie, come detto, e speditamente ogni 3 minuti. Avendo la muta e sapendo che ho un jolly grande cosi', azzardo la prima fila, e al via parto deciso. Con la muta mi sembra di volare, ed in effetti in poco tempo raggiungo e supero cuffie di una ed anche due batterie partite prima (3 e 6 minuti) e qualche donna, partita ben mezzora prima. Esco dall'acqua in un tempo senza infamia ne' lode, e dopo una buona transizione comincio la bici.

Al solito l'inizio e' da incubo, dal lago si risale sulla gardesana, poi su ancora su quyella malefica Via Monsurei, salita dritta che spacca tutto, gambe, fiato e testa. Li' si capisce subito come andranno i successivi 39km. E come al solito per me non depone bene. Frotte di triathleti mi superano come fossi fermo, il cuore a 165 bpm non consente di illudermi (ovvero di prendere scie) e mi rassegno a tempi migliori.

Nei 40 chilometri in bici perdero' oltre 500 posizioni, passando dalla 590ima alla fine del nuoto alla 1008ima alla fine della bici. Riuscendo, solo alla fine quando si ridiscende a capofitto su Bardolino, a riprendere e superare una ventina di ciclisti inesperti in discesa. Per il resto le strade in teoria sono chiuse (tranne, ovviamente, la gardesana), ma il brivido di entrare in una roulotte tedesca c'e' sempre. Anche quest'anno. In piu' quest'anno per me il teglio della rotonda (per fortuna senza aiuola), sempre per il traffico.

La frazione di corsa e' -come al solito- double face, ovvero parto bene, mi assesto su un passo discreto (5.45/km), senza forzare. Poi i piedi (quinto chilometro) decidono che e' ora: i nervi (ma anche le piante scottate mercoledi) mi impediscono di correre e a fatica fra una camminata, una corsa e una doccia arrivo al traguardo. Sotto l'arco Genio, l'invincibile rosso cui possiamo fare un monumento perche' fra infortuni e guai vari nel suo primo anno di attivita' endurance ha gia' portato a casa una maratona (Roma), un triathlon sprint ed un olimpico. E siamo solo a giugno. Ci abbracciamo, ci complimentiamo ma io prendo la strada del lago e cosi come sono scarpe e occhiali da sole compresi mi butto in acqua. 

Arrivando ad oggi, da Rimini, a parte il tristissimo giorno della morte di pupone (il 15) dolorosissima perdita, che tuttora sento, la 5.30 di Bologna, 




un combinatone bici-corsa per l'Ironman insieme a Matteo e Leo (a Parma) 

 

e gran giri in bici: Monte Calderaro

 







Faenza (qui il Monte Casale), 





 

ed anche un mega giro della Nove Colli, i primi 4 colli






 



 

 

ed anche un giro in crono) un po' da solo un po' con Carla, cui ho comprato la bici da corsa, e tutta contenta si fa portare da me in giro: in salita fatico a tenerla dietro, in discesa e' piu' sbirra della media e solo in pianura ancora non ha la gamba. 


Gia' conquistate Fiorenzuola di Focara (fra Gabicce e Pesaro, due volte) Quinzano, Sassoleone ed oggi anche la gola di Scascoli. 

Qui i dettagli delle prime 10 "passeggiate":

Riccione dintorni (PC - 1)
Riccione - Coriano - Montecolombo (PC - 2




 Riccione - Fiorenzuola di Focara - SS16 (PC - 3)




 Zena (PC - 4)



 Quinzano e ritorno (PC - 5)


Zena - Zula - Pianoro - Botteghino (PC - 6)



San Clemente - Morciano (PC - 7)



Sassoleone (PC - 8)




 Riccione - Fiorenzuola di Focara e ritorno (PC - 9)




 Fondovalle Savena - Scascoli e ritorno (PC - 10)









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